LA SQUADRA COLOR BERGOMI

martedì, giugno 30, 2009

CENTRO ESTETICO - IL RADICO 1-4


L'sms di Veron alla vigilia del Centro Estetico è di quelli che si tengono salvati nel cellular, per piangerci su eventualmente nel caso diventino le ultime parole famose: "Purtroppo domani non potrò partecipare al Festival del Gol. Ce la farete easy anche senza di me". Se "farcela easy" vuol dire farsela sotto, allora ok. Obiettivo raggiunto.

Mai in svantaggio, almeno questo. Però l'avvio poco aggressivo e il Centro Estetico poco propenso a massaggiarci i piedi e lenire le punture di zanzarine (quelle piccole e moleste) non aiutano ad inaugurare il Festival del Gol.

Dopo un po' però Arnautovic si stanca e decide di fare l'1-0. Fine dei giochi? No. Il Sire, che per poco ci lasciava nelle mani di Rocky Diegoa, si cimenta nel passo di Shilton e aggiunge alla serata quel pizzico di pepe che non fa mai male. La reazione dei suoi sudditi è quella da lui auspicata: di lì a 20 secondi infatti il risultato sorride nuovamente a chi ha Lo Zio stampato sul petto. Il 2-1 di Diegao però porta con sé il divieto di subirne altri.

Si passa a una specie di difesa a tre confidando nel fatto di poter aumentare il vantaggio con ripartenze o ziate varie, ma il palo-riga-palo di Arnautovic fa capire che oltre alle zanzare anche la fortuna ci è avversa.
Prima di autocommiserarsi, il Radi si guarda in faccia. Adeba è ancora abbronzato dalla settimana bianca in Molise: e a lui il Centro Estetico propone una lampada trifacciale? Non se ne parla.

Azione manovrata, Ade-Fay-Ade: come Mussi e Rrroberto contro la Nigeria a Usa'94, un gol liberatorio come pochi. E' il gol della security, quello che fa sbilanciare gli estetisti dando la possibilità ad Adeba di fare anche il 4-1, andando in doppia cifra in classifica marcatori a braccetto con il Pavone di Arenzano e il giovane Arnau.
Una cosa però è da annoverare: l'impresa di far segnare la maglia di Sauro non è riuscita neanche affidandola al Cunctator. Nel TuttoInUnaNotte ci proverà Boni...

giovedì, giugno 25, 2009

IL RADICO - LE RISERVE 4-0

mercoledì, giugno 17, 2009

TRATTORIA TREZZANESE - IL RADICO 2-9


Il pranzo è servito. L'affamato Radico ha onorato l'appuntamento con la Trattoria Trezzanese e si porta a 15 punti. "L'obiettivo è farsi belli al cospetto del Centro Estetico terminando a quota 21" ha dichiarato Roger Boli, di passaggio al Baggio2 nella nuova veste di dg dei Bergomini. "Ho trovato una squadra con un bel carattere e una dentatura impeccabile - ha proseguito la guest star ivoriana - e se terminiamo il girone con altre due vittorie accetteremo qualsiasi verdetto, anche l'eventuale esclusione dai playoff".

La saggezza africana infonde serenità ai discepoli di Beppe, che dal Sudafrica si compiace del +20 in differenza reti, pregustando il ritorno in campo del Cunctator. Serviva una vittoria con sette gol di scarto per arrivare a tanto, e il Radi riesce a colmare il gap già nel primo tempo. L'avvio è come da programma: cani all'attacco della carne fresca. Arnautovic sembra indossare gli infrarossi, vede la porta anche controsole e spara una quaterna che neanche al Bingo di via Washington. Il Depa risponde con una doppia e la Faina segue a ruota, fecondando la bandierina del corner per celebrare la larga vittoria. Sul 7-0 il Cunctator saluta tutti e se ne va.

E fa anche bene, perché nella ripresa il Radi propone la sua faccia appagata, disonorando il pubblico presente con poca concretezza e di conseguenza pochi gol: il parziale di due pari chiude 9-2 la grande abbuffata in Trattoria, definizione ad hoc considerando la somma di gol fatti e gol mangiati.
Nonostante tutto anche gli ultimi venti minuti regalano materiale per gli highlights, dal gol fantasma di Diegao alla bella sgroppata con gol del Pavone, o ancora la cometa della Faina e l'assist di Pelly al nemico, come simpatico regalo al Sire per il suo 32° sigillo reale.

giovedì, giugno 11, 2009

IL RADICO - BAR TAB LA GIADA 4-4


11 giugno 2009. Quello che era un sospetto diventa una scomoda verità: siamo invincibili.
Potrebbe sembrare arrogante, ma detto dopo una partita col Cunctator sugli spalti a farsi mungere dalle zanzare e Adebartol in Molys impegnato in maratone di grigliate di pesce no-stop, allora la sentenza è giustificata.
I Bar Tab La Giada sono la squadra più fisica del girone. Il meno piazzato è per lo meno un torello, ma quello che li frega è che il più zio di loro è meno zio del meno zio del Radico.
Quello che frega il Radico invece è che quando scende in campo con gli occhi del coniglio non c'è soluzione. Dopo 35 secondi Siriglio viene bucato. La palla argentata non lo aiuta, ma chi conosce Siry versione Daredevil sa che non è quello. Tutto sta nel coniglio. Fondamentale nel ping-pong, ma letale nel futbol.

Dura un po' questo coniglio, e non si insedia solo nel Sire. Trova rifugio, per i minuti iniziali, anche negli altri sei designati a partire. L'attesissimo Semo, caricato di un peso immane di responsabilità, sembra accusare la pressione e le parole di Veron rimbombano nella cava di via Olivieri: "Sbaglia una partita su venti". Il Bar Tab fa il 2-0 e i più scettici cominciano a pensare che il sosia di Arnautovic, eletto a Salvatore della patria, sia reduce da 19 partite formidabili di fila.

Ma. C'è un ma. Come i campioni con la F maiuscola, leggi fenomeni, alla dormitina di studio, al soporifero impatto fanno seguire la zampata letale. Torsione di testa leggendaria: Amauri, Cristiano Ronaldo e persino Oliver Bierhoff applaudono dall'alto dei cieli. FortisSemo. Si presenta così al Radico, doveva solo carburare, e i dieci minuti che lo separano dalla testata trionfale vanno nel dimenticatoio del mondo.

1-2 è fiducia, 1-2 è crederci. Il Radico cambia atteggiamento, la tigre scaccia il coniglio. Sono i tabaccai, adesso, a trovarsi spalle al muro. Si difendono, accusano la ritrovata motivazione di un Radi forte, pieno di sè.
Punizione. "Tira Adebartol", como dice la cancion. Ma Adeba non c'è, e la "maledetta" va a farsi benedire. C'è però Arnautovic, con la benedizione del Pavone di Arenzano: "lui ha la minnella", ci aveva detto.
A questo punto, se al posto di Sportland Channel ci fossero state le telecamere di Bim Bum Bam per la serie di BatRoberto, il fumetto da usare sarebbe stato SKATAWOOOOSH!

La traversa sta ancora tremando. Una sleppa paurosa fonde il metallo della porta e brucia l'erba sintetica bianca della riga. Ma non è gol. In più, beffa delle beffe, sul contropiede che ci vede tutti ancora a bocca aperta, loro fanno il 3-1.
Ma non è serata per deprimersi. Il coniglio ormai è scacciato e l'unico esemplare ammesso è quello da far uscire dal cilindro. C'è un'urgenza? Ghe pense Pelly. Il siluro a gamba dritta, la sua specialità, rompe la serranda del Bar Tabacchi. Gioia estrema, esultanza in faccia all'avversario che risponde in lingua talebana, mimando la decapitazione.

L'arbitro della Demos avrebbe espulso Pelly per sfrontatezza, o forse il Cunctator per fallo di presenza a bordocampo. "Trapattoni in giù" invece mantiene un'apparente imparzialità che consente di andare a bere il Gaytorade sul 3-2.
Nel frattempo i Bar Tab denunciano alla polizia il furto di un pallone e le forze dell'ordine si precipitano sul luogo del misfatto. Giusto in tempo per vedersi un secondo tempo da favola, per di più da posizione privilegiata: dietro la porta dei colleghi.
Quella porta verrà battezzata due volte: nell'occasione del 3-3, quando Pelly si incarica di una punizza che non può essere trattenuta dal portiere e allora Semo la sbatte dentro, avvisando Ambryco.

Poi succede l'ineffabile: Veron visualizza nella sua mente i pavoni di Arenzano e, ispirato dalla loro grazia, dà forma a un'azione personale sconvolgente. Come Nicola Berti contro il Bayern Monaco, ma più sinuoso. Un po' Weah e un po' Messi, sfugge a tutti in velocità, ha il tempo di lamentarsi per un fallo in area, si accorge che non gli verrà mai dato il rigore e allora scarta il portiere e da un angolo di 180° riesce pure a fare centro. Sulla riga di porta c'è il tocco della sicurezza del suo gemello del gol ma per gli annali questa perla sarà denominata "la Ruota del Pavone".

4-3, rimonta, e che rimonta. La partita sarebbe dovuta finire lì, e le fasi finali sarebbero state una dolce realtà. Invece il Sire, macchiato dai gol nell'avvio, è pure sfortunato nel finale: il suo guanto arriva sul tiro ma non quanto basta per evitare il palo-gol. Sembra la sua serata no, ma negli ultimi cinque minuti si riprende la sua reputazione. La schiaffeggia, poi la sculaccia, infine la incorona. Divino su una punizione regalata con tanto di carta da pacchi persiana: un rigore praticamente, e lui si spezza le dita per scacciarla fuori dai pali. Poi ancora protagonista, in due occasioni che sono gol se non hai la S di Sire sul petto.
E che debba finire 4-4 lo dice anche Bonnie, che letteralmente si immola impedendo un quinto gol già scritto sul taccuino dell'arbitro. Quattro a quattro. Come contro la Stella Rosa, ma non facciamo paragoni.

Ora la classifica ci tiene sulle spine. Se vogliamo i playoff dobbiamo sudarceli. Intanto archiviamo il Bar Tabacchi: ora si va in Trattoria.

lunedì, giugno 08, 2009

Adeba a San Siro: il sogno diventa realtà

La preparazione, la tensione, l'emozione, l'odore dell'erba. Il sogno che diventa realtà. Adebartol ce l'ha fatta: la serata a S. Siro con la Nazionale di Sportland ha premiato il Maradonino delle Fiandre, autore di un gol che resterà per sempre nelle menti dei presenti, oltre che nella memoria di internet, di una Dvcam e di svariate chiavette usb. Tutto ripreso dalla videocamera fainesca e dal controcampo di Walter Papini, posizionato strategicamente dalla volontà divina sul palo giusto. Un pallonettino al miele, che delizia il palato degli astanti.

Leggi l'articolo di Adebartol e guarda il video del gol ripreso dalla tribuna rossa oppure richiedi le password per accedere a Sportland Channel per l'inquadratura da bordocampo!

venerdì, giugno 05, 2009

DEMOS IMMOBILIARE - IL RADICO 2-2

Demostrazione di fuerza. E' stata ribattezzata così l'operazione Demos, un pareggio in 6 contro 8, senza voler istigare nessuno. Primi contro secondi del girone A, il più tosto della Coppa Lombardia di Sportland, che realizza sì i tuoi sogni, ma spesso te li fa arbitrare da scandali del fischietto provenienti dall'alta scuola della Gea.

La Demos è una delle squadre candidate al titulo, sicuramente la candidata numero uno per il primato del girone del Baggio2 (maledetto quel 4-4 coi fiocchi rosa). Ma questo Radico non è inferiore a nessuno, è ora di dirlo.
Senza il Pavone di Arenzano (Delfino non gli è piaciuto) e la Kapakkia dalle lenti blu, i Bergomi puntano la sveglia alle 19 per un ritrovo in allegria alle sette e venti e partita alle otto.

Perso il palla-o-campo, una volta che era importante perché a quell'ora il sole tramonta a favore delle ville a schiera di via Cardinale Tosi, il Radico decide che non può perdere anche la partita. L'aria però non è la stessa di sempre, la bocca si secca e l'ossigeno non ossigena. Si gioca in condizioni non ottimali, ma così è.
In questo contesto, su calcio d'angolo, arriva il pungente vantaggio della Demos. Difesa del Radico immobiliare e piattone vincente di Stefano Marino. Qui i biancoverdi devoti alla compravendita di case si sentono la partita in pugno. Vittoria, successo, è fatta, chiusa: tutti i sinonimi di "partita vinta" frullano nelle teste di Manzi e compagni. Errore fatale, contro questo Radico.

Adebartol è il tipo che si fa piegare da un gol? no. Adebartol è tipo da non pensarci due volte e fare l'1-1? sì.
A parità avvenuta e santificazione del Maradonino delle Fiandre in stato di attesa, il Radico si ricompone. Pelly e il Cunctator chiudono tutti gli spazi e Coccia se ne accorge in prima persona. Anzi, diciamolo, la Demos non avrebbe più trovato il gol, nemmeno ricorrendo alla minnella di Munnucci, se Manzi non avesse sfornato il tiro della life, una sleppa all'incrocio dei pali imparabile persino per il Sire. Un gol da applausi, in una partita primi contro secondi. Rovinata da un arbitro che decide di fischiare tutto contro il Radico.

Accento romano e fischietto monouso (solo contro il Radico), l'inviato di Mara&Badini non dev'essere un fan sfegatato dello Zio Beppe. A saperlo però le pettorine le mettevamo noi. E invece un fallo tira l'altro e la Demos ci marcia. Troppa confidenza però porta a un fallo di quelli che anche il tuo allenatore ti fischierebbe contro, e come dice la canzone: "punizione, tira Adebartol".
L'esito è sempre quello. Ci sono i colli belgi nelle traiettorie di Ade, c'è il dialetto fiammingo nel vento spostato dalla palla comandata dal suo sinistro. C'è il 2-2.

Turbato dal pareggio, l'arbitro si chiude in un silenzio che penalizza il Radico, non fischiando più nulla a favore di chiunque non indossi pettorine. Il Cunctator non ci sta e spara la doppietta: bestemmia+vaffanculo. L'azione dell'imprecazione non finisce più ma l'arbitro si tatua il numero 4 sul lembo di cervello che presiede la memoria a breve termine, per poter punire a dovere chi l'ha ingiuriato. Il cambio lampo non basta a evitare il patatrak e il Radico è obbligato a giocare in sei.

Sei contro otto, cvd. Un'altra partita ha inizio, la partita della fortezza. Il Sire comanda la squadra, che si trasforma in una corazzata. Un solo brivido, quando il palo diventa enorme e tifa Bergomi, salvando la pellaccia. Poi, quasi il miracolo con Adeba che prova la maledetta da centrocampo.
Finisce 2-2, risultato che sarebbe buono se non esistesse quel 4-4 che ancora grava su tutti noi. E che ci obbliga a percorrere una sola strada per arrivare ai playoff: vincerle tutte.

 

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